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Quando alla mattina era giunta improvvisa la notizia che il vecchio servo era ammalato la superi ora aveva detto: / Ormai tutto è pronto... la gente vi attende e d'altronde al convento urge provvedere.... lo avete fatto ancora il "giro" voi Suor Candida e anche voi Suor Isidora... andrete sole... e che il Signore vi accompagni... Suor Candida e Suor Isidora montarono a cassetta, l'una accosto all'altra, come due rondinelle timidette, ed uscirono alla questua per l'amor di Dio. Vedendole la suora, che aveva loro aperto il grande portone chiodato, aveva avuto un piccolo sorriso birichino all'angolo delle labbra sottili. Nasceva il sole sui picchi delle giogaie sovrastanti la valle opima. La freschezza della mattina rorida di rugiada che aveva riempito loro il cuore di gioia pareva infondere un soffio di vita novella anche nel somarello trotterellante di buon grado sullo stradone polveroso.... Ora tornavano nel tardo meriggio afoso le due suore questuanti, un pò stanche, accaldate per la fatica sopportata e la calura opprimente, ma felici della buona raccolta che recavano al convento. La Madre le avrebbe di certo elogiate, non sempre quando uscivano col servo riportavano così abbondante messe, tutti i sacchetti ammassati sul carretto erano colmi tanto che il ciuco si affannava a trainare. Suor Candida che teneva le briglie allentate sulla groppa bigia del giumento disse alla compagna additando il cielo, / Se viene la pioggia il somaro non camminerà più... Sopra la valle infatti una nube densa e nera si era fermata sul cielo terso. Le monachelle scesero da cassetta e camminarono un pò preoccupate, accanto la carretta cigolante. Di li a poco una folata di vento si ingrossò lontano sullo stradone e venne giù roteando pazzamente, sollevando nembi di polvere, ma non le investì, a pochi passi deviò andando a giocare fra le ramaglie di un pioppo che tutto fremette. / Arri!... Arri!... Qualche gocciolone cadde, un lampo saettò le nubi, mentre un tuono brontolò lontano. Il ciuco rallentava con un preoccupante crescendo e di tratto in tratto scuoteva le orecchione, grandi come due palette di remi. / Arril... Arri!... Hie!..,. Piantate le zampe divaricate nel mezzo della strada l'asino non si muoveva più. Scuote le briglie Suor Candida, aizza Suor Isidora colla sua voce angelica, ma non sente la bestia caparbia. Le poverette si guardano sgomente, supplicano: / Signore Iddio aiutaci!... Suor Candida solleva il bastone ma non lo lascia cadere sulla groppa giù; troppo ma ciullata. / Arril... Arri!... Si volge disperata verso la compagna che sta per piangere Suor Candida, si è ricordata allora che il servo quando la bestia proterva non voleva andare egli pronunciava irato una certa parola.... Ma come fare a dirla lei quella parola che si sentiva accapponire la pelle ogni volta che l'udiva da altri.... Eppure.... / Arril... Arri!... Hie!... Già le tenebre ombrano la valle e tra poco pioverà e sarà scuro; nessun viandante si avverte. Si fa forte Suor Candida e lo dice alla compagna il suo pensiero, quella ingrossa gli occhi e trema di più; / È peccato sorella.... / Arri!... Arri!... Fiato sprecato. Bisogna dunque decidersi a passare la notte all'aperto, nel buio, forse in balia dei ladri predoni? Guardano in giro le tapinelle, guardano il cielo si fanno il segno della croce con il cuore gonfio e poi per prima Suor Isidora che aveva la voce delicata, sforzandosi dice, / Sac... / Rammento; rammento. . . incalza Suor Candida prontamente perché la parola non abbia interrompimento e manchi al suo effetto.... L'asino sembra persuaso dell'ammonimento poiché di botto da uno strattone ai tiranti e parte così celere che le suore stentano a tenergli dietro. |