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Ad ogni uomo è partita una nave nella sua vita. Un mattino abbiamo udito : "la nave sta per partire, corri", E noi abbiamo creduto e corso.

Invano: nulla si può fare dinanzi alla nave che sta per partire, sia pure la nostra nave...

Lei è grande ed è sul mare, noi piccoli e sul mare affoghiamo.

Non ci si sa convincere di questa nostra impotenza; si vorrebbe comandare alla nave: non partire, sei mia. Ma la nave della nostra vita non ubbidisce a noi: solo il cielo con la sua bufera la può arrestare.

Allora noi chiniamo il capo disillusi ed attendiamo. Frattanto la nave parte.

Nel nostro cuore martellano i ricordi : tutti s'affacciano, i più piccoli; una stretta di mano sotto le stelle, e son questi che fanno più male. I ricordi si tuffano nella scia e ritornano col profumo di quella notte. Ma la nave ormai è già lontana, e noi non lo crediamo ancora: come convincersi? È la nostra vita che parte. Non è possibile: deve rimanere, ritornare almeno.... Ma il mare è potente e non si cura di noi: le sue onde vengono, s'infrangono, ritornano.

La nave frattanto procede.

La si guarda senza parole: alla nave della vita non si può parlare. Quando è vicina ci s'illude di possederla veramente e siamo troppo felici. Ora che va lontana c'è troppa angoscia in noi.

Solo quando è laggiù: dove il mare si confonde col cielo, comprendiamo che nuda può accadere per noi Ormai la nave s'è perduta nel mare e tutto ha trascinato con se: un sorriso, una promessa, un fiore.

Dalla nave della vita non si scappa. La sua prua tutto spezza e trascina lontano.

Allora scendono le lacrime e si perdono nell'onde, dove s'è persa la nave della vita. Ed è bello piangere sul mare...».