RITORNA ALL'INDICE | PRECEDENTE | PAGINA 12 | SUCCESSIVA |
/ "Vedete / dissi al vecchietto intelligente che stava dietro il banco di una rivendita di giornali - il momento è delicato, ogni giovane si trova ostacolato da difficoltà per tentare una sistemazione. Penso che il nostro incontro possa decidere il mio avvenire. Suvvia, voi potete fare molto!.. Intanto potrei cominciare la stampa di biglietti da visita, carta intestata e di tante altre cose che il mio entusiasmo e la mia passione potrebbero trovare...." L'uomo mi guardava e sembrava convincersi di quanto gli stavo dicendo. Egli vendeva tutte le panzane che il governo fascista repubblicano andava stampando coi suoi larghi mezzi. Possedeva una piccola macchina tipografica a pedale che avrebbe potuto fornirmi per... controbilanciare in Friuli la propaganda fascista con quella partigiana. Sogno? Realtà? I giorni si susseguivano ai giorni e finalmente 1' uomo si decise alla cessione. Seppe a chi era destinata soltanto quando invitato per un sentiero di campagna gli versai la somma patuita: la sella della mia bicicletta servì per sottoscrivere la ricevuta. Un camioncino, il giorno dopo, camuffato di verdura partiva dalla casa del vecchio e depositava sul ponte di B.... il prezioso carico che alcuni giovani prendevano in consegna per portarlo a destinazione. * * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * ** * * Gli abitanti delle casette sperdute ai piedi di un monte, custodivano gelosi nel loro silenzio quella che pomposamente doveva chiamarsi. Stamperia Divisionale Osoppo-Friuli'': e li tra l'acqua scrosciante dalle rupi ed il belare delle pecore al pascolo iniziò, la musica di battiti caratteristici, una stampa che invitava i friulani alla riscossa per il nuovo risorgimento. Come i tipi imprimevano nitidamente sul bianco il nero dei loro inchiostri, cosi il carattere dei partigiani, divenuti tipografi redattori giornalisti, imprimeva ai giovani chiusi nel torpore di una vita facile, la diana liberatrice della patria oppressa: Pluitost di sta in citat pai bars a fà il gagà no isal mior, basoal, che tu vegnis sù ca? Le canzoni più insidiose contro i tedeschi portavano il visto del Governatore Rainer, del Prefetto de Beden e venivano imparate a memoria dalle fanciulle del Friuli. E venne la bufera di ottobre: con la gerla sulle spalle i partigiani trasportarono il loro gioiello nella cisterna per l'acqua piovana di una baita... Passavano nei pressi i rastrellanti tedeschi, cosacchi, fascisti, ed i tipografi lavoravano. Se qualche spia li avesse segnalati !!!!! Nacquero bollettini e manifestini per il popolo friulano, per gli studenti, per i contadini e perfino per i tedeschi, stampati nella loro lingua, lasciapassare per i partigiani, vignette e poesie. Dall'inizio di quella attività al rastrellamento di ottobre, in meno di tre mesi, la piccola stamperia aveva prodotto circa ottantamila stampati, di oltre quaranta forme diverse. Dicembre, colle sue brine, col vento diaccio ed il sole smorto: Il mortaio, il canon, la mitrae cence soste e crivelin la mont e vierc l'albe la dure batae che bruntùle fin dopo el tramont. Par sis dis el nemì l'ha tentat di distrugi l'«Osof» e i siei fis par sis dìs a plotons l'ha butat mercenaris di duc i pais, .................................. Ma un brut vinars sul gnot, al sgragnole l'ultin plomb !.... .................................................. ...... ... I osovans son sfinis ! E Mion, il cantore delle nostre gesta, l'amico di tutti i partigiani, specialmente della "Osoppo", dopo aver lasciato anche lui la zona di combattimento ed aver nascosto ha i ghiaioni del "Rossa" il meccanismo prezioso, nella piana del nostro Friuli, angariato ed avvilito, continuava a cantare : Dai «Osof» che la pas iè visine forsi torsi ancie ai prins di chest an sin guidas de iustisie Divine sin iudas dal grant popul Furlan. Presagiva la vittoria, incoraggiava i partigiani alla resistenza dinnanzi ai pericoli, alle porte delle prigioni aperte come voragini paurose e terribili, che ogni giorno ingoiavano senza pietà i giovani e quando questi erano irreperibili i loro congiunti, i genitori... E sempre egli il nostro poeta, gridava ancora : Fur i barbars e chei altris bastars che pai cres nus cirivin cui cians par brusanus e fanus a quars sol parcè che olin iessi talians. Coloro che vissero nel disagio e nel rischio con fede di voler libera la Patria, oggi con nostalgia ricordano quei fatti lontani, ripensano alla macchina da stampa che cantava colle sue note caratteristiche e sommesse nel silenzio della montagna. Ricordano che quando la morte era in palio fra loro si confidavano: ''Potessero i nostri sacrifici giovare alle future generazioni....." .... |