CON COERENZA   -   Capitolo 21

CON  COERENZA

 

 Partigiani e Repubblichini fronte comune

Sia tra i partigiani, che tra le fila dell’ R.S.I. cominciava a farsi strada  l’idea che la prossima fine del conflitto avrebbe portato un’ulteriore presenza di partigiani appartenenti al IX Corpus jugoslavo. Era meglio ormai evitare, per quanto possibile, scontri fratricidi per guardare al vero pericolo che si stava  affacciando sulle nostre terre.

Un sera ero uscito di pattuglia verso San Leonardo con un paio di uomini. Faceva buio e proseguimmo chiacchierando, c’erano molte persone in giro, ma giunti ad un certo punto, ci accorgemmo di esserci mescolati senza volerlo ad un gruppo di partigiani. Il trambusto fra di loro era tale che non si accorsero di nulla, noi continuammo a comportarci normalmente e, piano piano, ci defilammo. Rientrati a San Pietro ci accorgemmo, però, che il nostro reparto aveva lasciato il paese, lo seguimmo fino a raggiungerlo mentre stava per arrivare a Spignon.

Passammo la notte in aperta campagna e l’indomani prendemmo una mulattiera che portava nei pressi di Cividale. Sfortunatamente degli aerei inglesi, dall’alto, videro la fila di uomini in marcia, iniziarono così a mitragliarci, ci furono diversi feriti.

Prima di entrare in paese fummo formalmente informati dell’accordo fatto con i verdi della Osoppo, ci furono subito tolte le mostrine che ci qualificavano come soldati dell’R.S.I. e ci venne messa una coccarda tricolore sul cappello da alpino. Diventammo così, praticamente parte della 7ª Brigata Osoppo, che, di punto in bianco, passò da qualche decina di unità ad alcune centinaia.

A Cividale, i tedeschi si erano asserragliati presso la Caserma Francescato, un intermediario venne mandato a trattare la resa che, se accettata, avrebbe evitato ulteriori spargimenti di sangue. Dopo l’esito negativo della trattativa, ci fu ordinato di prendere posizione, ne seguì una sparatoria, alcuni colpi sparati con un anticarro sui muri esterni dell’edificio, convinsero alla resa del reparto tedesco forte di circa 150 uomini. Ricordo ancora che il Maresciallo T. di Pordenone si procurò un forte ematoma al viso, a causa del forte rinculo del cannoncino. I tedeschi furono disarmati e poche ore dopo consegnati alle avanguardie alleate  neozelandesi entrate a Cividale.

Il mio amico Angelo Vignuda, (due Medaglie d’Argento e una di Bronzo al Valore), superiore in grado ed a conoscenza di maggiori particolari e retroscena, ha rilasciato anni addietro dichiarazioni dettagliate riguardanti questo importante episodio.

Assieme ai berretti verdi della Osoppo, bloccammo anche un tentativo d’infiltrazione di partigiani sloveni, nella cittadina: ingaggiammo un vero e proprio combattimento subito oltre il ponte “del diavolo”, fra le nostre fila contammo un morto, un giovane di Moggio di cui non ricordo il nome. Finito il combattimento ci fecero sfilare per le vie cittadine. Lo scopo, era quello di dare una dimostrazione di forza ad alcune persone, avanguardie del IX Corpus , che già si erano installate a Cividale. Tutti allora, ci rendemmo conto del grave pericolo che il nostro Friuli stava correndo in quel momento.

A capo dei partigiani della Osoppo, c’era il tenente Specogna, reduce come noi dalla tragica campagna di Russia, per questo provavamo per lui simpatia e rispetto. 

AL  PROSSIMO  CAPITOLO